2015-2025, DIECI ANNI INSIEME - FRONTIERE DELL'UMANO. Dialoghi sul futuro che chiede di nascere
Nel decennale della Casa della Psicologia, ci mettiamo in ascolto di una domanda che attraversa il nostro tempo: come guardare la drammaticità del presente e far nascere un futuro che sia generativo, condiviso, abitabile?
Lo facciamo scegliendo di esplorare le dimensioni di frontiera, dove si colgono le contraddizioni del presente ed emergono aspetti di disumanizzazione. Ma le frontiere sono da sempre luoghi di incontro, di scambio e dialogo, quello spazio vivo nel quale costruire senso, relazioni, comunità e superare frammentazioni, polarizzazioni e solitudini.
La nostra è un’epoca di grande incertezza, caratterizzata da guerre, emergenze climatiche, cambiamenti sociali e crescenti disuguaglianze, che creano un senso di vulnerabilità e precarietà, una perdita di riferimenti e di senso. A livello internazionale, vediamo messi in discussione tutti gli ambiti di confronto politico, sanitario, climatico, e si profila un nuovo ordine mondiale. Eventi drammatici sulla scena internazionale e sulla cronaca nazionale, mostrano continue manifestazioni di violenza, che impattano sulla realtà di vita e sull’equilibrio psichico, con effetti sempre più evidenti sulla salute mentale e sui comportamenti. Per alcuni in modo diretto e mortale, per molti nella quotidianità, alimentando paura e ansia per un futuro che appare privo di prospettive.
In questo contesto, la Psicologia può offrire un importante contributo sociale, orientando il pensiero sulle cause che portano disagio e tendenze alla disumanizzazione, mostrando le connessioni con la realtà sociale, collettiva e politica.
La Psicologia, come scienza umana, si occupa da sempre dell’individuo, sia nella sua dimensione singola, sia in relazione a dimensioni ecologiche e di appartenenza a gruppi complessi. Ora è tempo di alzare lo sguardo oltre la cura delle sofferenze individuali e recuperare il rapporto tra la salute mentale e il contesto sociale, politico, economico ed ambientale.
In un mondo attraversato da trasformazioni profonde e situazioni di grande drammaticità, la Psicologia può offrire sguardi, strumenti e linguaggi per generare connessioni, tessere alleanze, accompagnare la nascita di nuove forme di convivenza e di cura reciproca. Ritrovare luoghi di incontro tra soggettività e collettività, tra desideri e responsabilità, tra passato e possibilità future. In una parola, “restiamo umani”!
Lo facciamo scegliendo di esplorare le dimensioni di frontiera, dove si colgono le contraddizioni del presente ed emergono aspetti di disumanizzazione. Ma le frontiere sono da sempre luoghi di incontro, di scambio e dialogo, quello spazio vivo nel quale costruire senso, relazioni, comunità e superare frammentazioni, polarizzazioni e solitudini.
La nostra è un’epoca di grande incertezza, caratterizzata da guerre, emergenze climatiche, cambiamenti sociali e crescenti disuguaglianze, che creano un senso di vulnerabilità e precarietà, una perdita di riferimenti e di senso. A livello internazionale, vediamo messi in discussione tutti gli ambiti di confronto politico, sanitario, climatico, e si profila un nuovo ordine mondiale. Eventi drammatici sulla scena internazionale e sulla cronaca nazionale, mostrano continue manifestazioni di violenza, che impattano sulla realtà di vita e sull’equilibrio psichico, con effetti sempre più evidenti sulla salute mentale e sui comportamenti. Per alcuni in modo diretto e mortale, per molti nella quotidianità, alimentando paura e ansia per un futuro che appare privo di prospettive.
In questo contesto, la Psicologia può offrire un importante contributo sociale, orientando il pensiero sulle cause che portano disagio e tendenze alla disumanizzazione, mostrando le connessioni con la realtà sociale, collettiva e politica.
La Psicologia, come scienza umana, si occupa da sempre dell’individuo, sia nella sua dimensione singola, sia in relazione a dimensioni ecologiche e di appartenenza a gruppi complessi. Ora è tempo di alzare lo sguardo oltre la cura delle sofferenze individuali e recuperare il rapporto tra la salute mentale e il contesto sociale, politico, economico ed ambientale.
In un mondo attraversato da trasformazioni profonde e situazioni di grande drammaticità, la Psicologia può offrire sguardi, strumenti e linguaggi per generare connessioni, tessere alleanze, accompagnare la nascita di nuove forme di convivenza e di cura reciproca. Ritrovare luoghi di incontro tra soggettività e collettività, tra desideri e responsabilità, tra passato e possibilità future. In una parola, “restiamo umani”!