Stagione 2022 - FARE SPAZIO: APRIRE LA MENTE ALL’IMMAGINAZIONE
L’Ordine degli Psicologi della Lombardia inaugura la nuova stagione di eventi della Casa della Psicologia dedicati al grande pubblico che, almeno per la prima parte, avranno luogo online.
Inaugurata nel 2015, la Casa della Psicologia è nata come luogo di pensiero e di incontro, dove esponenti di differenti ambiti culturali dialogano, si confrontano, si conoscono, sviluppano letture diversificate del mondo e dell’attualità, cercando di adottare un’ottica di complessità e di inclusione.
E in quest’ottica, la lente della Psicologia (e delle Discipline Psicologiche), rappresenta uno strumento importantissimo, proprio per quella trasversalità, insita nella sua natura di scienza composita.
Ormai da due anni, a fronte della crisi pandemica, la Casa della Psicologia si è trasformata in un luogo di scambio e di riflessione virtuale, mantenendo però le stesse caratteristiche progettuali e relazionali, volte a creare ponti tra persone con formazioni ed esperienze diverse, certi che solo in questo modo siano realizzabili l’arricchimento e la crescita personale.
La rinuncia – in parte dolorosa – alla relazionalità fisica, ha permesso, tuttavia, di raggiungere una platea più ampia di persone, favorendo, quindi, un aumento di connessioni e di opportunità di interazione.
Durante le precedenti stagioni, abbiamo focalizzato l’attenzione sull’analisi del ‘mondo dopo’, soffermandoci su ciò che stava accadendo intorno a noi, nel tentativo di decifrare le paure legate alla pandemia, di capire come portare avanti la nostra esistenza sotto una minaccia concreta, di scoprire nuove modalità di resilienza, fondate sul dare senso a quanto stava accadendo per ri-orientarsi nel mondo.
Parlando con psicologi, scrittori, attori, giornalisti, economisti, scienziati, filosofi, educatori ci siamo soffermati sulla necessità di cambiare strada e, forse, di rivoluzionare il modo di vedere e di abitare il mondo, di usare le parole, di fare politica, di partecipare alla vita sociale e culturale.
Per invertire realmente la rotta, però, occorre una buona dose di visionarietà e di costruzione, al contempo, dei presupposti che favoriscono l’emergere di ‘buone idee’.
Pertanto, il tema di quest’anno è “FARE SPAZIO: APRIRE LA MENTE ALL’IMMAGINAZIONE”.
Pensiamo che sia fondamentale poter dedicare le nostre riflessioni alla necessità di fermarsi, di stare in silenzio per concentrarsi sull’essenziale invece che sui rumori di fondo, di fruire - appunto - di spazi diversi e, insieme, di spostarsi un po’ più in là dalla nostra zona di comfort, lasciandoci andare all’immaginazione, alla creatività, alla generatività, riappropriandoci di quella qualità che ci distingue in quanto esseri umani e che è alla base del progresso e della crescita: la curiosità.
Sappiamo anche che, perché questo accada, è cruciale insegnare alle persone a sperimentare un senso di sicurezza interno perché, uscendo dalla percezione della minaccia costante, possano dedicarsi alle cose che rendono la vita degna di essere vissuta e diventare membri efficaci e coinvolti della società, così come scrive Etty Hillesium:
“In fondo, il nostro unico dovere morale è quello di dissodare in noi stessi vaste aree di tranquillità, di sempre maggior tranquillità, fin quando si sia in grado di irraggiarla anche sugli altri. E più c’è pace nelle persone, più pace ci sarà in questo mondo agitato “ (Diario, 29 settembre, 1942, p. 778).
Inaugurata nel 2015, la Casa della Psicologia è nata come luogo di pensiero e di incontro, dove esponenti di differenti ambiti culturali dialogano, si confrontano, si conoscono, sviluppano letture diversificate del mondo e dell’attualità, cercando di adottare un’ottica di complessità e di inclusione.
E in quest’ottica, la lente della Psicologia (e delle Discipline Psicologiche), rappresenta uno strumento importantissimo, proprio per quella trasversalità, insita nella sua natura di scienza composita.
Ormai da due anni, a fronte della crisi pandemica, la Casa della Psicologia si è trasformata in un luogo di scambio e di riflessione virtuale, mantenendo però le stesse caratteristiche progettuali e relazionali, volte a creare ponti tra persone con formazioni ed esperienze diverse, certi che solo in questo modo siano realizzabili l’arricchimento e la crescita personale.
La rinuncia – in parte dolorosa – alla relazionalità fisica, ha permesso, tuttavia, di raggiungere una platea più ampia di persone, favorendo, quindi, un aumento di connessioni e di opportunità di interazione.
Durante le precedenti stagioni, abbiamo focalizzato l’attenzione sull’analisi del ‘mondo dopo’, soffermandoci su ciò che stava accadendo intorno a noi, nel tentativo di decifrare le paure legate alla pandemia, di capire come portare avanti la nostra esistenza sotto una minaccia concreta, di scoprire nuove modalità di resilienza, fondate sul dare senso a quanto stava accadendo per ri-orientarsi nel mondo.
Parlando con psicologi, scrittori, attori, giornalisti, economisti, scienziati, filosofi, educatori ci siamo soffermati sulla necessità di cambiare strada e, forse, di rivoluzionare il modo di vedere e di abitare il mondo, di usare le parole, di fare politica, di partecipare alla vita sociale e culturale.
Per invertire realmente la rotta, però, occorre una buona dose di visionarietà e di costruzione, al contempo, dei presupposti che favoriscono l’emergere di ‘buone idee’.
Pertanto, il tema di quest’anno è “FARE SPAZIO: APRIRE LA MENTE ALL’IMMAGINAZIONE”.
Pensiamo che sia fondamentale poter dedicare le nostre riflessioni alla necessità di fermarsi, di stare in silenzio per concentrarsi sull’essenziale invece che sui rumori di fondo, di fruire - appunto - di spazi diversi e, insieme, di spostarsi un po’ più in là dalla nostra zona di comfort, lasciandoci andare all’immaginazione, alla creatività, alla generatività, riappropriandoci di quella qualità che ci distingue in quanto esseri umani e che è alla base del progresso e della crescita: la curiosità.
Sappiamo anche che, perché questo accada, è cruciale insegnare alle persone a sperimentare un senso di sicurezza interno perché, uscendo dalla percezione della minaccia costante, possano dedicarsi alle cose che rendono la vita degna di essere vissuta e diventare membri efficaci e coinvolti della società, così come scrive Etty Hillesium:
“In fondo, il nostro unico dovere morale è quello di dissodare in noi stessi vaste aree di tranquillità, di sempre maggior tranquillità, fin quando si sia in grado di irraggiarla anche sugli altri. E più c’è pace nelle persone, più pace ci sarà in questo mondo agitato “ (Diario, 29 settembre, 1942, p. 778).
Eventi Stagione 2022 - FARE SPAZIO: APRIRE LA MENTE ALL’IMMAGINAZIONE
Stagione 2022 - FARE SPAZIO: APRIRE LA MENTE ALL’IMMAGINAZIONE
L’Ordine degli Psicologi della Lombardia inaugura la nuova stagione di eventi della Casa della Psicologia dedicati al grande pubblico che, almeno per la prima parte, avranno luogo online.
Inaugurata nel 2015, la Casa della Psicologia è nata come luogo di pensiero e di incontro, dove esponenti di differenti ambiti culturali dialogano, si confrontano, si conoscono, sviluppano letture diversificate del mondo e dell’attualità, cercando di adottare un’ottica di complessità e di inclusione.
E in quest’ottica, la lente della Psicologia (e delle Discipline Psicologiche), rappresenta uno strumento importantissimo, proprio per quella trasversalità, insita nella sua natura di scienza composita.
Ormai da due anni, a fronte della crisi pandemica, la Casa della Psicologia si è trasformata in un luogo di scambio e di riflessione virtuale, mantenendo però le stesse caratteristiche progettuali e relazionali, volte a creare ponti tra persone con formazioni ed esperienze diverse, certi che solo in questo modo siano realizzabili l’arricchimento e la crescita personale.
La rinuncia – in parte dolorosa – alla relazionalità fisica, ha permesso, tuttavia, di raggiungere una platea più ampia di persone, favorendo, quindi, un aumento di connessioni e di opportunità di interazione.
Durante le precedenti stagioni, abbiamo focalizzato l’attenzione sull’analisi del ‘mondo dopo’, soffermandoci su ciò che stava accadendo intorno a noi, nel tentativo di decifrare le paure legate alla pandemia, di capire come portare avanti la nostra esistenza sotto una minaccia concreta, di scoprire nuove modalità di resilienza, fondate sul dare senso a quanto stava accadendo per ri-orientarsi nel mondo.
Parlando con psicologi, scrittori, attori, giornalisti, economisti, scienziati, filosofi, educatori ci siamo soffermati sulla necessità di cambiare strada e, forse, di rivoluzionare il modo di vedere e di abitare il mondo, di usare le parole, di fare politica, di partecipare alla vita sociale e culturale.
Per invertire realmente la rotta, però, occorre una buona dose di visionarietà e di costruzione, al contempo, dei presupposti che favoriscono l’emergere di ‘buone idee’.
Pertanto, il tema di quest’anno è “FARE SPAZIO: APRIRE LA MENTE ALL’IMMAGINAZIONE”.
Pensiamo che sia fondamentale poter dedicare le nostre riflessioni alla necessità di fermarsi, di stare in silenzio per concentrarsi sull’essenziale invece che sui rumori di fondo, di fruire - appunto - di spazi diversi e, insieme, di spostarsi un po’ più in là dalla nostra zona di comfort, lasciandoci andare all’immaginazione, alla creatività, alla generatività, riappropriandoci di quella qualità che ci distingue in quanto esseri umani e che è alla base del progresso e della crescita: la curiosità.
Sappiamo anche che, perché questo accada, è cruciale insegnare alle persone a sperimentare un senso di sicurezza interno perché, uscendo dalla percezione della minaccia costante, possano dedicarsi alle cose che rendono la vita degna di essere vissuta e diventare membri efficaci e coinvolti della società, così come scrive Etty Hillesium:
“In fondo, il nostro unico dovere morale è quello di dissodare in noi stessi vaste aree di tranquillità, di sempre maggior tranquillità, fin quando si sia in grado di irraggiarla anche sugli altri. E più c’è pace nelle persone, più pace ci sarà in questo mondo agitato “ (Diario, 29 settembre, 1942, p. 778).
Inaugurata nel 2015, la Casa della Psicologia è nata come luogo di pensiero e di incontro, dove esponenti di differenti ambiti culturali dialogano, si confrontano, si conoscono, sviluppano letture diversificate del mondo e dell’attualità, cercando di adottare un’ottica di complessità e di inclusione.
E in quest’ottica, la lente della Psicologia (e delle Discipline Psicologiche), rappresenta uno strumento importantissimo, proprio per quella trasversalità, insita nella sua natura di scienza composita.
Ormai da due anni, a fronte della crisi pandemica, la Casa della Psicologia si è trasformata in un luogo di scambio e di riflessione virtuale, mantenendo però le stesse caratteristiche progettuali e relazionali, volte a creare ponti tra persone con formazioni ed esperienze diverse, certi che solo in questo modo siano realizzabili l’arricchimento e la crescita personale.
La rinuncia – in parte dolorosa – alla relazionalità fisica, ha permesso, tuttavia, di raggiungere una platea più ampia di persone, favorendo, quindi, un aumento di connessioni e di opportunità di interazione.
Durante le precedenti stagioni, abbiamo focalizzato l’attenzione sull’analisi del ‘mondo dopo’, soffermandoci su ciò che stava accadendo intorno a noi, nel tentativo di decifrare le paure legate alla pandemia, di capire come portare avanti la nostra esistenza sotto una minaccia concreta, di scoprire nuove modalità di resilienza, fondate sul dare senso a quanto stava accadendo per ri-orientarsi nel mondo.
Parlando con psicologi, scrittori, attori, giornalisti, economisti, scienziati, filosofi, educatori ci siamo soffermati sulla necessità di cambiare strada e, forse, di rivoluzionare il modo di vedere e di abitare il mondo, di usare le parole, di fare politica, di partecipare alla vita sociale e culturale.
Per invertire realmente la rotta, però, occorre una buona dose di visionarietà e di costruzione, al contempo, dei presupposti che favoriscono l’emergere di ‘buone idee’.
Pertanto, il tema di quest’anno è “FARE SPAZIO: APRIRE LA MENTE ALL’IMMAGINAZIONE”.
Pensiamo che sia fondamentale poter dedicare le nostre riflessioni alla necessità di fermarsi, di stare in silenzio per concentrarsi sull’essenziale invece che sui rumori di fondo, di fruire - appunto - di spazi diversi e, insieme, di spostarsi un po’ più in là dalla nostra zona di comfort, lasciandoci andare all’immaginazione, alla creatività, alla generatività, riappropriandoci di quella qualità che ci distingue in quanto esseri umani e che è alla base del progresso e della crescita: la curiosità.
Sappiamo anche che, perché questo accada, è cruciale insegnare alle persone a sperimentare un senso di sicurezza interno perché, uscendo dalla percezione della minaccia costante, possano dedicarsi alle cose che rendono la vita degna di essere vissuta e diventare membri efficaci e coinvolti della società, così come scrive Etty Hillesium:
“In fondo, il nostro unico dovere morale è quello di dissodare in noi stessi vaste aree di tranquillità, di sempre maggior tranquillità, fin quando si sia in grado di irraggiarla anche sugli altri. E più c’è pace nelle persone, più pace ci sarà in questo mondo agitato “ (Diario, 29 settembre, 1942, p. 778).